C’ una prima pagina del New York Times di qualche giorno fa che vale pi di mille (altre) parole. Spiega un concetto che ora che i vaccini, se pur lentamente, stanno cominciando a fare il giro del mondo, a molti sfugge. Meglio qualunque vaccino che nessun vaccino. Una risposta a quella categoria crescente di persone che giocano a snobbare e minacciano di non farsi il vaccino di AstraZeneca perch sulla carta sarebbe meno efficace di altri di serie A. Una polemica che inizia a pesare ora che la campagna vaccinale si avvicina alle proporzioni di massa e AstraZeneca il farmaco opzionato per coprire i grandi numeri. Quindi quello che potrebbe portare all’immunit di gregge.
Ci sono due categorie di persone: sui no vax la battaglia persa. Gli altri indecisi vanno convinti con la forza della realt – spiega Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto farmacologico Mario Negri -. Viviamo un’emergenza gravissima, per cui la sfida quella di evitare la malattia grave. E tutti sono d’accordo sul fatto che il vaccino inglese risolva il 100 per cento dei casi, lasciando solo la possibilit di sintomi lievi.
Da quando terminata la fase di sperimentazione del vaccino AstraZeneca si scatenata la lotteria dei numeri. Ma il primo dato ad aver scolpito le convinzioni di molte persone. Il fatto che Pfizer e Moderna superino il 90 per cento dichiarato e il vaccino inglese si fermi a poco pi del 60 ha creato una sorta di classifica. Ogni dato che viene annunciato ha la sua verit – continua Remuzzi -. Ma quella la parte bassa della forbice che tiene conto dei primi 14 giorni dalla prima dose in cui nessun vaccino crea immunit. La copertura pu arrivare all’81 per cento con il distanziamento della seconda somministrazione. E distanziando le dosi ci consentirebbe di allargare la platea e avvicinarci con numeri pi alti di vaccinati all’estate.
E qui si apre il secondo fronte delicato. Quello che ha scatenato il dibattito, facendo alzare i toni, anche durante l’ultima tavola rotonda di sabato tra Regioni e Istituto superiore di Sanit. Le tante, per molti virologi troppe, limitazioni nelle categorie di persone che possono ricevere il vaccino di AstraZeneca. Il fatto che manchino tanti dati su alcune categorie di persone non significa che non lo possano fare. Anzi sono proprio i soggetti pi fragili ad averne pi bisogno in questa fase.
E qui si apre l’altro pregiudizio, quello sull’impatto tossico e quindi gli effetti indesiderati: Pu creare reazioni dopo la seconda dose a chi ha avuto la malattia ma nelle forme pi gravi perch conserva ancora una buona dose di anticorpi naturali. In questo sar decisivo il filtro dei medici di famiglia che conoscono il passato clinico, ma anche la storia Covid dei loro pazienti, conclude Remuzzi.
20 febbraio 2021 | 18:40
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